Il Cilento dei Cilentani

Le “congrèe” nel panorama culturale del Cilento (I Parte)

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Dalla “confraternita” alla “congrea”

Nel territorio cilentano, la “cangrea” rappresenta la più rilevante tra le espressioni civili e religiose, sia in ambito culturale sia in ambito folkloristico. Questi aspetti convivono perfettamente, originando un connubio unico ed indissolubile.

Dalla “confraternita” alla “congrea”. Le confraternite, se non intese come le attuali aggregazioni di laici, hanno radici abbastanza antiche. In qualche forma presenti già in età romana, in origine, probabilmente, davano spazio solo agli ecclesiastici; secondo alcuni studi, laici che si aggregano sotto forma di “confraternita”, fanno la loro comparsa a partire dal XII secolo, ancora secondo connotati diversi rispetto alla visione attuale. Nei secoli che seguirono, divennero sempre più diffuse e si caratterizzarono per l'esercizio di opere di carità e di penitenza, nonché per la loro spiritualità volta sostanzialmente al culto della “Passione di Cristo”.

In questa breve descrizione si può notare la non marginale somiglianza delle caratteristiche peculiari che ad oggi contraddistinguono le “congree” locali: il culto della “Passione di Cristo” è rimasto l'elemento cardine della loro sopravvivenza e in questo momento del calendario liturgico, le “congree” manifestano la loro massima espressione.

 

Le “congree” nel Cilento Antico: origini, storia e diffusione. Nel territorio cilentano, la “cangrea” rappresenta la più rilevante tra le espressioni civili e religiose, sia in ambito culturale sia in ambito folkloristico. Questi aspetti convivono perfettamente, originando un connubio unico ed indissolubile.

Nel Cilento, buona parte di esse, nasce tra la metà dell'800 e gli inizi del secolo successivo. Tuttavia, alcune sono già presenti nel secolo precedente, come quella dedicata a Maria Ss. Del Rosario di Pollica, nata nel 1747. Inoltre, diverse tra loro sono la rifondazione di “congree” preesistenti, ricostituitesi intorno al '900.

Il dato più significativo è la loro massiccia presenza nei territori orbitanti intorno al massiccio conico dell'odierno Monte della Stella, ove un tempo ebbe origine il Cilento. Una distribuzione assai capillare, tanto che fino a pochi decenni fa, ogni villaggio, anche i più minuti, poteva vantarne almeno una. Il lato della montagna che guarda verso il mare, ha la più alta concentrazione, sia ad oggi sia negli anni passati. Ciò è dovuto alla eccessiva frammentarietà del territorio, ove l'insediamento abitativo è costituito per lo più da centri di ridotte dimensioni, oggi frazioni di piccoli comuni. Con gli anni, complice lo spopolamento e l'avvento della modernità, alcune sono state soppresse ed altre si sono “aggregate” ulteriormente, compiendo il “pellegrinaggio” del Venerdì Santo insieme ad una di quelle circostanti.

La confraternita e la sua struttura. Come ogni associazione, anche le “congree” hanno la loro organizzazione sia amministrativa sia spirituale. Rette da un “Priore”, che ricopre al contempo valore amministrativo e spirituale, affiancato da uno o più vicari e da diversi assistenti, sono costituite da un numero variabile di “associati”, per lo più “confratelli”, anche se la presenza di “consorelle” non è dato poco rilevante, soprattutto in periodi più recenti. È comunque probabile che, almeno agli albori, la totalità dei laici costituenti la “congrea” fossero di sesso maschile ma su questo non vi sono fonti certe.

Ruolo importante è dato dai “cantori”, coloro che in occasione del Venerdì Santo intonano i canti tradizionali volti a raccontare la “Passione di Cristo”.

 

L'intitolazione. Ogni “congrea” ha una propria denominazione: quasi tutte sono consacrate alla figura di Maria e in particolare alla Madonna del Rosario. La predominanza di “Maria” è particolarmente evidente in alcuni casi. Ad esempio nel territorio di Montecorice ne insistono cinque: al capoluogo, ad Agnone, Ortodonico, Fornelli e Cosentini (detta anche della Socia); sono tutte consacrate alla Madonna: a Maria Ss. Del Rosario (Cosentini, Ortodonico, Montecorice), all'Immacolata (Fornelli), alla Madonna del Carmine (Agnone). Qui è ancora più evidente la predominanza assoluta dell'intitolazione alla Madonna del Rosario, come accade anche nei paesi circostanti: a Serramezzana, a Pollica, a Vatolla, ecc.

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